Andrea Capaldi e Paolo Aniello
Mare Culturale Urbano
di Valentina Di Francesco
Cascina Torrette di Trenno è una cascina del Seicento immersa nel tessuto urbano di Milano, un edificio storico che a dispetto della città cresciuta all’esterno delle sue mura di mattoni ha mantenuto negli anni immutata l’identità agricola e rurale. Oggi questa antica cascina ospita una realtà nuova ma ancora profondamente legata al territorio e ai valori del lavoro condiviso: mare, un luogo che a Milano non c’era.
Andrea e Paolo insieme con Benedetto Sicca sono i fondatori di mare culturale urbano e vengono entrambi dal mondo del teatro.
Andrea è originario di Napoli ma con Milano ha sempre avuto un legame molto stretto.
Per ogni passaggio generazionale della mia vita ci sono state delle cose di Milano che mi hanno affascinato pazzescamente: i “tram lunghi” a quattro anni, a dieci anni i negozi di dischi a quattro piani, la vita notturna più modaiola a diciotto quando mi sono trasferito per studiare alla Bocconi. Poi a un certo punto il teatro mi ha rapito. Dopo aver visto uno spettacolo di Antonio Latella la mia vita è cambiata: ho sentito che quello che mi succedeva dentro in quel momento era quello che avrei voluto regalare alle persone. Volevo che fosse quello il mio lavoro.
Ad anni di distanza da quel momento, durante una residenza al Teatro Due di Parma con Balletto Civile, Andrea inizia a riflettere sull’idea di qualcosa che forse, in Italia, ancora manca.
Per gli artisti volevo creare un luogo che fosse “casa” in cui potessero trovare un’atmosfera dinamica, vivace, accogliente e funzionale: un luogo di scambio e condivisione tra gli artisti e tra le persone. Ne ho parlato con Benedetto Sicca amico d’infanzia e punto di riferimento, e con Michela Lucenti, direttore artistico di Balletto Civile. Michela mi ha messo così in contatto con Paolo Aniello.
Paolo ha lavorato nel teatro per venticinque anni, mai sul palcoscenico ma sempre come project manager e curatore artistico ed è stato direttore del Teatro Stabile di innovazione di Udine.
Nel 2013 ho conosciuto Andrea, ci siamo incontrati una prima volta e abbiamo iniziato a riflettere sulla sua idea alla quale si sono aggiunti nuovi punti, altre riflessioni, che hanno determinato col tempo le caratteristiche fondamentali di mare: uno spazio multidisciplinare di condivisione per gli artisti e di incontro tra persone. Tutto ruotava intorno a una domanda: cosa significa essere una “casa”? Ma anche, come fai a costruire la “casa” non avendo Rockefeller alle spalle?
Pronti via: due sono le decisioni fondamentali che caratterizzeranno profondamente mare negli anni a seguire.
La prima, coraggiosa, decisione è quella di concretizzare il progetto basandosi sulle proprie forze e competenze, senza aspettare “mamma Comune” o “mamma Regione” o “mamma Stato” ma puntando esclusivamente sulle proprie risorse.
Abbiamo così scelto una strada difficile, complicata, abbiamo studiato tantissimo continuando, ancora oggi, a buttare dentro sogni. Si può fare anche così! Quello che abbiamo ottenuto è sicuramente un risultato originale formato da tante parti che lavorano insieme. Con una buona integrazione tra tutte le attività abbiamo avuto conferma che le risorse per poter investire su quelle che sono le iniziative no profit emergono, così come per poter coinvolgere e dare lavoro a molte persone.
Altro aspetto fondamentale è la scelta di Milano come sede del progetto: perché è una città reattiva, economicamente viva; in questi ultimi anni sono nate molte realtà, una nuova generazione di spazi legati alla cultura come Base, Santeria, Elita…
Se nel passato le vecchie istituzioni culturali hanno spesso vissuto in contesti competitivi in questo momento viviamo una situazione in cui parliamo tantissimo tra di noi, cerchiamo di fare rete e collaboriamo in maniera concreta con tavoli di lavoro aperti sui nuovi progetti per la città.
È iniziata così la ricerca, a Milano, di un luogo adatto a mare: un “luogo vergine” dal punto di vista sociale e culturale, non al centro della città.
Abbiamo scoperto una nuova politica di valorizzazione degli spazi avviata dal Comune. Abbiamo fatto un giro dei capannoni e degli edifici abbandonati messi a disposizione e dopo aver visto via Novara 75 ci siamo detti: è qui! Abbiamo partecipato al bando e l’abbiamo vinto.
Una volta trovata la sede della “casa” in via Novara 75 mare entra in contatto con una nuova realtà di housing sociale da poco nata proprio lì vicino e viene coinvolto nella ristrutturazione di Cascina Torrette di Trenno. Lo scopo è di riempire questo storico edificio di contenuti culturali e sociali. Inizia un intenso periodo di lavoro, due anni nel corso dei quali la cascina diviene la “piazza” di mare culturale urbano per radicare sul territorio e nel quartiere i valori di condivisione e innovazione culturale e artistica che verranno in futuro declinati nel progetto della “casa” di via Novara 75.
Stiamo portando avanti un progetto concreto e duraturo basato in gran parte sulle relazioni umane. C’è stato bisogno di tempo per conoscersi ma, quando abbiamo aperto per la prima volta al pubblico la cascina, ci siamo emozionati vedendo gli abitanti del quartiere spiegare le nostre attività ai visitatori come se parlassero di casa loro… e a un risultato come questo ci arrivi non in tre mesi ma dopo un lungo percorso, non mollando mai un secondo, con una bella ostinazione, una presenza costante e un’inesorabile costruzione di fiducia.
People in Milano è il racconto delle piccole e grandi realtà di fermento culturale urbano attraverso l’esperienza in prima persona dei singoli protagonisti, persone che si sono messe in gioco trasformando la propria esperienza in un piccolo pezzo di eredità umana condivisa da tutti. People in Milano è un progetto di Elce, Valentina Di Francesco e Stefano Frattini.
Foto di: Stefano Frattini
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